Io credo che ci siamo stati ma non ni termini, modi e forma in cui ci e' stato mostrato. Pier
Quando nei primi anni settanta Bhaktivedanta Swami Prabhupada manifestò i suoi dubbi al riguardo della missione lunare, al solito tutti gridarono alla setta.
Quando invece alla fine degli anni ottanta Bill Kaysing (Direttore delle pubblicazioni tecniche della Rocketdyne Research, la ditta che ha progettato e costruito i motori dei razzi che apparentemente hanno portato le navicelle Apollo sulla Luna) ha scritto un libro proponendo la medesima ipotesi, ha fatto i soldi.
La solita ingiustizia di questo mondo.
Ma l’argomento è serio.
Nel luglio del 1969 la capsula Apollo XI con a bordo i tre astronauti più famosi del mondo (Armstrong, Aldrin e Collins) atterra sulla Luna. I primi due compiono le prime passeggiate storiche, riprese e diffuse in tutto il mondo. Poi tornano sul loro pianeta di origine.
Tutto sembra perfetto: la storia umana sembra avesse scritto uno dei suoi capitoli più gloriosi. Eppure qualche conto non torna: parecchia gente sembra poco convinta.
Nel giugno del 1970 i giornali dell’editore Knight pubblicano un articolo a sensazione basato su un’intervista fatta a 1721 persone diffuse in sei città americane. Agli intervistati è stato chiesto se credono che degli astronauti americani fossero effettivamente andati sulla Luna. Il risultato è sconcertante: quasi la metà crede di no.
Noi (anche se non siamo americani) siamo fra quelli.
Due anni prima (nel 1967) i tre astronauti Grissom, White e Chaffee muoiono nell’incendio della capsula spaziale della rampa 34. Il Senato americano attiva una Commissione d’inchiesta. Tra gli altri ascoltano anche un certo Thomas R. Baron, dipendente di una delle aziende di supporto alla NASA, che muove accuse pesantissime all’intera missione Apollo. Così pesanti sono quelle accuse da far ritenere impossibile che gli americani fossero mai stati in grado di raggiungere la Luna. Senza bisogno di dirlo, come altri, Baron muore pochi giorni dopo in un incidente stradale.
Mosso dalle testimonianze di Thomas Baron, Bill Kaysing inizia una lunga indagine che termina con la pubblicazione del libro We never went to the moon, pubblicato nel 1987 dalla Desert Pubns. Delta Group USA. La versione italiana esce solo dieci anni dopo, nel 1997, edito dalla Cult Media Net edizioni srl.
Anche noi, dopo tanti anni di silenzio, torniamo a trattare l’argomento. l
Segue uno stralcio della deposizione di Thomas Ronal Baron resa di fronte alla sottocommissione del Senato per investigare le cause dell’incendio alla rampa 34, in cui morirono tre astronauti americani.
Mr Teague è il presidente della commissione
Mr. Teague: Con le condizioni che lei ci ha illustrato qui, crede lei che potremmo avere successo in uno dei nostri tentativi?
Mr Baron: Nossignore, nossignore, non credo proprio
Mr. Teague: Abbiamo avuto un sacco di successi?
Mr Baron: Sissignore, li avete avuti, ma non con il programma Apollo.
pag. 132 – 133
Avvertiamo i lettori che tutto ciò che troveranno scritto è solo una parte delle evidenze portate da Bill Kaysing: a coloro che sono interessati all’argomento consigliamo di leggere il libro.
A pensarci bene, quali prove abbiamo noi che effettivamente sulla Luna qualcuno ci sia stato?
Si dirà: le fotografie, le riprese televisive e le rocce lunari. Anche le testimonianze di politici, tecnici e astronauti. Tutto qua?, rispondiamo noi.
Vediamo le argomentazioni dell’autore del libro.
Negli anni 50 e 60 l’Unione Sovietica sta decisamente vincendo la sua battaglia scientifica contro gli Stati Uniti. Tutto ciò è intollerabile per il sistema capitalistico che non può tollerare di perdere questa battaglia; ne va del prestigio degli USA a livello internazionale. All’epoca è necessario un forte condizionamento dell’immaginario pubblico per convincerlo che il sistema capitalistico è decisamente migliore di quello comunista. A ciò si aggiungono 30 miliardi di dollari (che equivalgono a 51mila miliardi di lire) scippati dalle tasche dei contribuenti (ovviamente non tutti spesi, come vedremo fra breve) e il movente è trovato.
Naturalmente questo non è sufficiente, bisogna anche avere le prove. Bill Kaysing crede di averle trovate.
Le fotografie
Le immagini portate dalla Luna non soltanto non dimostrano l’autenticità dell’impresa, ma esattamente il contrario.
Per cominciare, agli esperti appare impossibile che qualsiasi fotografia possa essere presa in una situazione come quella lunare. A causa della mancanza di atmosfera, le temperature lì variano dai +100° durante il giorno fino a scendere sotto i -100 di notte. Provate a mettere qualsiasi rullino in un frigorifero e poi sul cruscotto della vostra macchina e vedrete cosa succede alle vostre foto… Come se non bastasse, la Luna è continuamente bersagliata da radiazioni e raggi cosmici che avrebbero fatto delle pellicole un fritto misto.
Osservate una delle fotografie del LEM (Lunar Excursion Module, cioè quella parte dell’astronave che ha condotto gli astronauti sulla Luna) appoggiato sul suolo lunare e vedrete che non esiste nessun cratere sotto di esso, né rocce bruciate dai fuoco dei razzi; inoltre si nota scarsissima polvere tutt’intorno, che pure avrebbe dovuto essere sollevata a tonnellate.
Mentre i piedi degli astronauti lasciano orme belle profonde, il LEM, che pure pesa 9 nove tonnellate, non sembra sprofondare più di qualche centimetro, come se, in corrispondenza dei piedi, appena sotto la sabbia, ci fosse una base di cemento.
Prendete la foto in cui si vede il LEM e la Rover usata dagli astronauti per gironzolare e vedrete che i sassi e il pietrisco terminano immediatamente su uno sfondo piatto e sfocato, come se fossero su due piani diversi. Sembra una sala di posa fatta in modo anche un po’ maldestro!
Gli sfondi sembrano fasulli: troppo netti, sembrano ritagliati con le forbici. Osservate la foto di Aldrin che sta per effettuare il balzo sulla superficie lunare già effettuato da Armstrong e vedrete che l’ombra del LEM sul suolo è nettissima, mentre il fondoschiena di Aldrin è
illuminatissimo. Eppure la luce gli giunge di fronte.
Quasi tutte le foto degli astronauti e dei veicoli sembrano avere una luce moto concentrata, come succede quando c’e’ un riflettore e non come dovrebbe essere sulla Luna, dove ci deve essere una luce molto diffusa.
Notate la foto che ritrae un astronauta dell’Apollo XVII ripreso dal suo collega: lui appare pieno di luce e controluce, mentre il fotografo riflesso nella visiera presenta una luce uniforme.
E poi le stelle… dalla Luna non si vedono le stelle? Già in alta montagna le stelle si vedono più brillanti, immaginiamo come si debbano vedere in un pianeta privo di atmosfera, in un vuoto assoluto. Insomma, dove sono le stelle nelle fotografie prese dagli astronauti?
In alcune immagini le ombre dei soggetti non solo non sono parallele fra di loro, ma addirittura convergono, come accade quando si è bersagliati da più riflettori. Senza nuvole e con il sole virtualmente all’infinito, tutta la zona circostante al luogo dove è atterrato il LEM dovrebbe essere illuminata con la stessa intensità. Al contrario, in molte immagini l’astronauta sembra investito dai raggi di un riflettore la cui luce però non raggiunge lo sfondo che quindi sfuma nel buio.
Eppoi, dove sono le pellicole originali? Nessuno le ha mai viste.
I razzi
In accordo a Bill Kaysing, i razzi usati dall’astronave non erano così affidabili da condurre nulla e nessuno sulla Luna, tanto che ad un certo punto, l’intero progetto Apollo stava per essere sospeso, tanta acqua perdeva da tutte le parti. Ma questi motori, se dovevano fare un decollo e un ammaraggio da qualche parte sulla Terra, si’ che erano affidabili.
Le trasmissioni televisive
Beh, quelle possono essere state realizzate in qualsiasi studio televisivo. Oggi Steven Spielberg farebbe un milione di volte meglio degli amatori degli anni 60.
Le tute degli astronauti
Come già accennato, non c’è atmosfera che ripari la superficie lunare dai raggi del sole. Il risultato è che le temperature sulla Luna sono superiori a 100° durante il giorno, per poi scendere durante la notte al di sotto di –100°. Il semplice schermo delle visiere degli astronauti non avrebbe mai potuto reggere a temperature tanto estreme, ma si sarebbe frantumato.
Le comunicazioni durante l’allunaggio
La NASA ha distribuito una registrazione che contiene i suoni e le voci del volo Apollo XI. In questa noi sentiamo Armstrong e Aldrin che parlano con lo staff del controllo missione di Houston mentre stanno discendendo verso la superficie lunare. Ma parlare vicino a un motore a razzo in azione è impossibile, sia per le vibrazioni che per il volume sonoro sviluppato, che in questo caso è di 140 – 150 decibel. Nel vuoto il rumore non si propaga, ma nell’atmosfera pressurizzata della capsula sì; senza contare le violentissime vibrazioni che si trasmettono a tutta la capsula. Le voci non potrebbero essere udite, a prescindere da qualsiasi forma di amplificazione e insonorizzazione usate.
Le rocce lunari
Si da tanta importanza a queste rocce che gli astronauti avrebbero portato dalla Luna, ma ci sono prove che stabiliscano la loro autenticità? Non possedendo un metro di paragone, per noi quelle potrebbero benissimo provenire da qualsiasi parte del nostro pianeta, anche perché chi le ha analizzate sono gli stessi che probabilmente hanno consigliato i costruttori di queste rocce come teoricamente potrebbero essere le rocce lunari.
La quarantena
Per proteggere gli abitanti della terra dai germi lunari, gli astronauti furono tenuti in stretta quarantena per circa 18 giorni dopo il loro ritorno. Altro particolare sospetto: sulla Luna fino ad ora non è stata trovata alcuna traccia di batteri, germi o altra forma di vita. Che si volesse preparare gli astronauti a mentire in modo credibile?
Le prove visive
Le prove visive sono non soltanto insoddisfacenti, ma danno adito a sospetti molto forti. Eppure se solo avessero voluto avrebbero potuto dare prova della loro presenza sulla Luna in modo così lampante da poter essere visto persino dalla Terra.
Gli astronauti
Il comportamento degli astronauti è stato quanto più di sospetto si possa immaginare. Suicidi, impazzimenti, mutismi che durano da anni, morti stranissime che farebbero storcere il naso anche alla persona meno maliziosa. Se voi effettuaste un’impresa straordinaria non vorreste parlarne all’infinito? Perché tutto questo riserbo?
Conclusione
Nei primi anni 50 gli scienziati russi si convincono che la superficie lunare sarebbe stata letale per l’uomo, per cui non compiono alcun tentativo di mandare uomini sulla Luna. Ma l’America, abbandonato il progetto-spazio in termini militari, ha bisogno di credibilità. A pagamento, la tutt’altro che ricca unione Sovietica si presta al gioco e non svela la truffa americana.
La corsa alla conquista dello spazio esisteva quindi solo sui tavoli degli uffici delle relazioni pubbliche americani e fu inventata per scopi politici e per accaparrarsi gli ingenti fondi pubblici. Come disse un commentatore: “La NASA con una mano cerca di acchiappare la Luna, con l’altra fruga nelle tasche dei contribuenti.”
NOTA
WASHINGTON (16 luglio 2009) - Sono andate perdute le copie originali delle immagini dello sbarco sulla Luna contenute in 45 nastri di proprietà dell'Agenzia spaziale americana. Inutili i tentativi di ritrovarle, tentativi avviati tre anni fa quando alcuni storici chiesero alla Nasa di poterle vedere.
Quando nei primi anni settanta Bhaktivedanta Swami Prabhupada manifestò i suoi dubbi al riguardo della missione lunare, al solito tutti gridarono alla setta.
Quando invece alla fine degli anni ottanta Bill Kaysing (Direttore delle pubblicazioni tecniche della Rocketdyne Research, la ditta che ha progettato e costruito i motori dei razzi che apparentemente hanno portato le navicelle Apollo sulla Luna) ha scritto un libro proponendo la medesima ipotesi, ha fatto i soldi.
La solita ingiustizia di questo mondo.
Ma l’argomento è serio.
Nel luglio del 1969 la capsula Apollo XI con a bordo i tre astronauti più famosi del mondo (Armstrong, Aldrin e Collins) atterra sulla Luna. I primi due compiono le prime passeggiate storiche, riprese e diffuse in tutto il mondo. Poi tornano sul loro pianeta di origine.
Tutto sembra perfetto: la storia umana sembra avesse scritto uno dei suoi capitoli più gloriosi. Eppure qualche conto non torna: parecchia gente sembra poco convinta.
Nel giugno del 1970 i giornali dell’editore Knight pubblicano un articolo a sensazione basato su un’intervista fatta a 1721 persone diffuse in sei città americane. Agli intervistati è stato chiesto se credono che degli astronauti americani fossero effettivamente andati sulla Luna. Il risultato è sconcertante: quasi la metà crede di no.
Noi (anche se non siamo americani) siamo fra quelli.
Due anni prima (nel 1967) i tre astronauti Grissom, White e Chaffee muoiono nell’incendio della capsula spaziale della rampa 34. Il Senato americano attiva una Commissione d’inchiesta. Tra gli altri ascoltano anche un certo Thomas R. Baron, dipendente di una delle aziende di supporto alla NASA, che muove accuse pesantissime all’intera missione Apollo. Così pesanti sono quelle accuse da far ritenere impossibile che gli americani fossero mai stati in grado di raggiungere la Luna. Senza bisogno di dirlo, come altri, Baron muore pochi giorni dopo in un incidente stradale.
Mosso dalle testimonianze di Thomas Baron, Bill Kaysing inizia una lunga indagine che termina con la pubblicazione del libro We never went to the moon, pubblicato nel 1987 dalla Desert Pubns. Delta Group USA. La versione italiana esce solo dieci anni dopo, nel 1997, edito dalla Cult Media Net edizioni srl.
Anche noi, dopo tanti anni di silenzio, torniamo a trattare l’argomento. l
Segue uno stralcio della deposizione di Thomas Ronal Baron resa di fronte alla sottocommissione del Senato per investigare le cause dell’incendio alla rampa 34, in cui morirono tre astronauti americani.
Mr Teague è il presidente della commissione
Mr. Teague: Con le condizioni che lei ci ha illustrato qui, crede lei che potremmo avere successo in uno dei nostri tentativi?
Mr Baron: Nossignore, nossignore, non credo proprio
Mr. Teague: Abbiamo avuto un sacco di successi?
Mr Baron: Sissignore, li avete avuti, ma non con il programma Apollo.
pag. 132 – 133
Avvertiamo i lettori che tutto ciò che troveranno scritto è solo una parte delle evidenze portate da Bill Kaysing: a coloro che sono interessati all’argomento consigliamo di leggere il libro.
A pensarci bene, quali prove abbiamo noi che effettivamente sulla Luna qualcuno ci sia stato?
Si dirà: le fotografie, le riprese televisive e le rocce lunari. Anche le testimonianze di politici, tecnici e astronauti. Tutto qua?, rispondiamo noi.
Vediamo le argomentazioni dell’autore del libro.
Negli anni 50 e 60 l’Unione Sovietica sta decisamente vincendo la sua battaglia scientifica contro gli Stati Uniti. Tutto ciò è intollerabile per il sistema capitalistico che non può tollerare di perdere questa battaglia; ne va del prestigio degli USA a livello internazionale. All’epoca è necessario un forte condizionamento dell’immaginario pubblico per convincerlo che il sistema capitalistico è decisamente migliore di quello comunista. A ciò si aggiungono 30 miliardi di dollari (che equivalgono a 51mila miliardi di lire) scippati dalle tasche dei contribuenti (ovviamente non tutti spesi, come vedremo fra breve) e il movente è trovato.
Naturalmente questo non è sufficiente, bisogna anche avere le prove. Bill Kaysing crede di averle trovate.
Le fotografie
Le immagini portate dalla Luna non soltanto non dimostrano l’autenticità dell’impresa, ma esattamente il contrario.
Per cominciare, agli esperti appare impossibile che qualsiasi fotografia possa essere presa in una situazione come quella lunare. A causa della mancanza di atmosfera, le temperature lì variano dai +100° durante il giorno fino a scendere sotto i -100 di notte. Provate a mettere qualsiasi rullino in un frigorifero e poi sul cruscotto della vostra macchina e vedrete cosa succede alle vostre foto… Come se non bastasse, la Luna è continuamente bersagliata da radiazioni e raggi cosmici che avrebbero fatto delle pellicole un fritto misto.
Osservate una delle fotografie del LEM (Lunar Excursion Module, cioè quella parte dell’astronave che ha condotto gli astronauti sulla Luna) appoggiato sul suolo lunare e vedrete che non esiste nessun cratere sotto di esso, né rocce bruciate dai fuoco dei razzi; inoltre si nota scarsissima polvere tutt’intorno, che pure avrebbe dovuto essere sollevata a tonnellate.
Mentre i piedi degli astronauti lasciano orme belle profonde, il LEM, che pure pesa 9 nove tonnellate, non sembra sprofondare più di qualche centimetro, come se, in corrispondenza dei piedi, appena sotto la sabbia, ci fosse una base di cemento.
Prendete la foto in cui si vede il LEM e la Rover usata dagli astronauti per gironzolare e vedrete che i sassi e il pietrisco terminano immediatamente su uno sfondo piatto e sfocato, come se fossero su due piani diversi. Sembra una sala di posa fatta in modo anche un po’ maldestro!
Gli sfondi sembrano fasulli: troppo netti, sembrano ritagliati con le forbici. Osservate la foto di Aldrin che sta per effettuare il balzo sulla superficie lunare già effettuato da Armstrong e vedrete che l’ombra del LEM sul suolo è nettissima, mentre il fondoschiena di Aldrin è
illuminatissimo. Eppure la luce gli giunge di fronte.
Quasi tutte le foto degli astronauti e dei veicoli sembrano avere una luce moto concentrata, come succede quando c’e’ un riflettore e non come dovrebbe essere sulla Luna, dove ci deve essere una luce molto diffusa.
Notate la foto che ritrae un astronauta dell’Apollo XVII ripreso dal suo collega: lui appare pieno di luce e controluce, mentre il fotografo riflesso nella visiera presenta una luce uniforme.
E poi le stelle… dalla Luna non si vedono le stelle? Già in alta montagna le stelle si vedono più brillanti, immaginiamo come si debbano vedere in un pianeta privo di atmosfera, in un vuoto assoluto. Insomma, dove sono le stelle nelle fotografie prese dagli astronauti?
In alcune immagini le ombre dei soggetti non solo non sono parallele fra di loro, ma addirittura convergono, come accade quando si è bersagliati da più riflettori. Senza nuvole e con il sole virtualmente all’infinito, tutta la zona circostante al luogo dove è atterrato il LEM dovrebbe essere illuminata con la stessa intensità. Al contrario, in molte immagini l’astronauta sembra investito dai raggi di un riflettore la cui luce però non raggiunge lo sfondo che quindi sfuma nel buio.
Eppoi, dove sono le pellicole originali? Nessuno le ha mai viste.
I razzi
In accordo a Bill Kaysing, i razzi usati dall’astronave non erano così affidabili da condurre nulla e nessuno sulla Luna, tanto che ad un certo punto, l’intero progetto Apollo stava per essere sospeso, tanta acqua perdeva da tutte le parti. Ma questi motori, se dovevano fare un decollo e un ammaraggio da qualche parte sulla Terra, si’ che erano affidabili.
Le trasmissioni televisive
Beh, quelle possono essere state realizzate in qualsiasi studio televisivo. Oggi Steven Spielberg farebbe un milione di volte meglio degli amatori degli anni 60.
Le tute degli astronauti
Come già accennato, non c’è atmosfera che ripari la superficie lunare dai raggi del sole. Il risultato è che le temperature sulla Luna sono superiori a 100° durante il giorno, per poi scendere durante la notte al di sotto di –100°. Il semplice schermo delle visiere degli astronauti non avrebbe mai potuto reggere a temperature tanto estreme, ma si sarebbe frantumato.
Le comunicazioni durante l’allunaggio
La NASA ha distribuito una registrazione che contiene i suoni e le voci del volo Apollo XI. In questa noi sentiamo Armstrong e Aldrin che parlano con lo staff del controllo missione di Houston mentre stanno discendendo verso la superficie lunare. Ma parlare vicino a un motore a razzo in azione è impossibile, sia per le vibrazioni che per il volume sonoro sviluppato, che in questo caso è di 140 – 150 decibel. Nel vuoto il rumore non si propaga, ma nell’atmosfera pressurizzata della capsula sì; senza contare le violentissime vibrazioni che si trasmettono a tutta la capsula. Le voci non potrebbero essere udite, a prescindere da qualsiasi forma di amplificazione e insonorizzazione usate.
Le rocce lunari
Si da tanta importanza a queste rocce che gli astronauti avrebbero portato dalla Luna, ma ci sono prove che stabiliscano la loro autenticità? Non possedendo un metro di paragone, per noi quelle potrebbero benissimo provenire da qualsiasi parte del nostro pianeta, anche perché chi le ha analizzate sono gli stessi che probabilmente hanno consigliato i costruttori di queste rocce come teoricamente potrebbero essere le rocce lunari.
La quarantena
Per proteggere gli abitanti della terra dai germi lunari, gli astronauti furono tenuti in stretta quarantena per circa 18 giorni dopo il loro ritorno. Altro particolare sospetto: sulla Luna fino ad ora non è stata trovata alcuna traccia di batteri, germi o altra forma di vita. Che si volesse preparare gli astronauti a mentire in modo credibile?
Le prove visive
Le prove visive sono non soltanto insoddisfacenti, ma danno adito a sospetti molto forti. Eppure se solo avessero voluto avrebbero potuto dare prova della loro presenza sulla Luna in modo così lampante da poter essere visto persino dalla Terra.
Gli astronauti
Il comportamento degli astronauti è stato quanto più di sospetto si possa immaginare. Suicidi, impazzimenti, mutismi che durano da anni, morti stranissime che farebbero storcere il naso anche alla persona meno maliziosa. Se voi effettuaste un’impresa straordinaria non vorreste parlarne all’infinito? Perché tutto questo riserbo?
Conclusione
Nei primi anni 50 gli scienziati russi si convincono che la superficie lunare sarebbe stata letale per l’uomo, per cui non compiono alcun tentativo di mandare uomini sulla Luna. Ma l’America, abbandonato il progetto-spazio in termini militari, ha bisogno di credibilità. A pagamento, la tutt’altro che ricca unione Sovietica si presta al gioco e non svela la truffa americana.
La corsa alla conquista dello spazio esisteva quindi solo sui tavoli degli uffici delle relazioni pubbliche americani e fu inventata per scopi politici e per accaparrarsi gli ingenti fondi pubblici. Come disse un commentatore: “La NASA con una mano cerca di acchiappare la Luna, con l’altra fruga nelle tasche dei contribuenti.”
NOTA
WASHINGTON (16 luglio 2009) - Sono andate perdute le copie originali delle immagini dello sbarco sulla Luna contenute in 45 nastri di proprietà dell'Agenzia spaziale americana. Inutili i tentativi di ritrovarle, tentativi avviati tre anni fa quando alcuni storici chiesero alla Nasa di poterle vedere.
Non è vero, ci hanno mentito
il cielo è lontano,
ci è ancora proibito.
Capaci di volo,
di volo radente
alziamo a fatica
un corpo pesante.
Non siamo mai stati sulla luna,
Non siamo mai stati sulla luna.
Non è vero ed è dimostrato,
è tutto confuso, è tutto sbagliato.
Ci manca la spinta e la propulsione,
ci manca la voglia e la convinzione...
Non siamo mai stati sulla luna,
non siamo mai stati sulla luna,
non siamo mai stati sulla luna,
non siamo mai stati...
Se fossimo andati davvero lassù avremmo compreso la nostra superbia,
avremmo capito o almeno io spero,
che il premio di ogni feroce conquista
è solo uno spillo nell'immenso cielo
e se anche un potente maestro di guerra
varcando confini da oriente a occidente
prendesse controllo di tutta la terra
si ritroverebbe padrone di niente...
Non siamo mai stati sulla luna,
non siamo mai stati sulla luna,
non siamo mai stati sulla luna,
non siamo mai stati sulla luna,
non siamo mai stati sulla luna,
non siamo mai stati sulla luna,
non siamo mai stati. (Anonimo)
il cielo è lontano,
ci è ancora proibito.
Capaci di volo,
di volo radente
alziamo a fatica
un corpo pesante.
Non siamo mai stati sulla luna,
Non siamo mai stati sulla luna.
Non è vero ed è dimostrato,
è tutto confuso, è tutto sbagliato.
Ci manca la spinta e la propulsione,
ci manca la voglia e la convinzione...
Non siamo mai stati sulla luna,
non siamo mai stati sulla luna,
non siamo mai stati sulla luna,
non siamo mai stati...
Se fossimo andati davvero lassù avremmo compreso la nostra superbia,
avremmo capito o almeno io spero,
che il premio di ogni feroce conquista
è solo uno spillo nell'immenso cielo
e se anche un potente maestro di guerra
varcando confini da oriente a occidente
prendesse controllo di tutta la terra
si ritroverebbe padrone di niente...
Non siamo mai stati sulla luna,
non siamo mai stati sulla luna,
non siamo mai stati sulla luna,
non siamo mai stati sulla luna,
non siamo mai stati sulla luna,
non siamo mai stati sulla luna,
non siamo mai stati. (Anonimo)
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