Il rapporto comunicativo che potrebbe sussistere con una etnia extraterrestre, avanzata di venti/trenta mila anni rispetto a noi, se non milioni, e' facilmente intuibile e paragonabile al rapporto che un insetto potrebbe instaurare con un uomo.
Possiamo studiarli, possiamo conoscere i loro usi e abitudini, il cibo di cui si nutrono, la temperatura ideale per loro,
insomma TUTTO, tranne che riuscire ad instaurare un "dialogo" con qualche sia tipo di insetto.
E questo e' forse l'enorme problema che hanno incontrato gli alieni quando ci hanno visitato.
Il fatto che noi siamo piu' intelligenti degli insetti, non implica che conosciamo il modo per comunicare con loro.
Ma se un giorno un ricercatore scoprisse una formichina che usa delle piccole briciole per scrivere CIAO, noi, umani, grideremmo EUREKA!
Credo che piu' o meno sia questo cio' che hanno provato i Vigilanti quando hanno sentito i miei non-lineari pensieri.
Personalmente ho imparato ad usare il loro linguaggio che e' , come il loro pensiero, di tipo non-lineare, cioe' comunicano sempre all' interno di un canovaccio metaforico, fatto di riporti e simboli.
Seguire un dialogo e' molto difficoltoso quando ci concentriamo, ma, per me, diviene istintivo quando lascio andare i miei pensieri a cavalcar le onde che ogni cosa pervadono.
Non e' un caso infatti il fatto che loro chiamino, cosi' come mi han comunicato, il loro "parlare" :
FARE SURF.
in fede
pier
Possiamo studiarli, possiamo conoscere i loro usi e abitudini, il cibo di cui si nutrono, la temperatura ideale per loro,
insomma TUTTO, tranne che riuscire ad instaurare un "dialogo" con qualche sia tipo di insetto.
E questo e' forse l'enorme problema che hanno incontrato gli alieni quando ci hanno visitato.
Il fatto che noi siamo piu' intelligenti degli insetti, non implica che conosciamo il modo per comunicare con loro.
Ma se un giorno un ricercatore scoprisse una formichina che usa delle piccole briciole per scrivere CIAO, noi, umani, grideremmo EUREKA!
Credo che piu' o meno sia questo cio' che hanno provato i Vigilanti quando hanno sentito i miei non-lineari pensieri.
Personalmente ho imparato ad usare il loro linguaggio che e' , come il loro pensiero, di tipo non-lineare, cioe' comunicano sempre all' interno di un canovaccio metaforico, fatto di riporti e simboli.
Seguire un dialogo e' molto difficoltoso quando ci concentriamo, ma, per me, diviene istintivo quando lascio andare i miei pensieri a cavalcar le onde che ogni cosa pervadono.
Non e' un caso infatti il fatto che loro chiamino, cosi' come mi han comunicato, il loro "parlare" :
FARE SURF.
in fede
pier
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